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Santa Rita

La vita

Nel 1381 i “pacieri di Dio” Antonio Lotti e Amata Ferri, nonostante la tarda età, ebbero come dono speciale della Provvidenza una figlia: Margherita.
Un’antica tradizione narra che, mentre dormiva in culla, dalla sua bocca volarono cinque api, simbolo della divina elezione. Rita ambiva di consacrarsi a Dio ma, a dodici anni, venne promessa in sposa a Paolo Mancini: un “ghibellino” dal carattere indocile, figlio di mugnai, che si opponeva alle pretese temporali del Papato. Docile all’obbedienza filiale e alle consuetudini dei suoi tempi, Rita accettò il volere dei genitori e sposò Paolo da cui ebbe due figli gemelli: Gian Giacomo e Paolo Maria.
Dopo diciotto anni di matrimonio, una notte, mentre da Collegiacone scendeva a Roccaporena, Paolo venne assassinato nei pressi di casa: forse una vendetta politica.
In seguito, dedicò tutte le sue forze a dissuadere i suoi figli dal vendicare il padre. Allo stesso tempo, pregò Dio di perdonare coloro che l’avevano resa vedova rendendole orfani i figli. In breve tempo, uno dopo l’altro i due giovanotti morirono, forse di peste.

Santa Rita

Chiese d’essere ammessa a vivere la regola di S. Agostino nel Monastero della Maddalena, a Cascia. Per tre volte la richiesta venne respinta. Si immerse allora nell’orazione e una notte, mentre pregava, gli apparve il Battista assieme a S. Agostino e Nicola da Tolentino. I tre santi trasferirono Rita sullo Scoglio di Roccaporena e da lì la trasportarono in “volo” fin dentro l’oratorio.
Durante il noviziato, diede prova di assoluta obbedienza come quando, per ordine della Badessa, continuò ad innaffiare un tronco secco fino a che la pianta rinverdì.
Dopo l’ascolto di un sermone quaresimale, una spina della corona del Crocifisso dinanzi cui stava pregando le si confisse in fronte. Una sola volta, nell’Anno Santo del 1450, la piaga si rimarginò per permetterle di giungere pellegrina a Roma assieme alle consorelle.
Durante l’ultimo inverno della sua vita, chiese a una sua parente di recarsi nell’orticello di Roccaporena per cogliervi due fichi e una rosa. Il 22 Maggio del 1457 morì.
Il corpo fu dapprima posto in una “cassa umile” di pioppo, quindi fu deposto in un’arca dipinta: la “cassa solenne”.
Quando fu proclamata beata, nel 1628, il corpo si presentava incorrotto. Nel 1710 un eremita portoghese chiamò per primo Rita “avvocata degli impossibili”.

Cascia e Roccaporena

Cascia

563 s.l.m. Antico castello sorto sul fianco di una cresta montuosa, nacque in epoca romana ma è durante il Medio Evo che conosce il periodo di massimo splendore. Qui potrete visitare:

La Basilica di Santa Rita

La Chiesa, consacrata nel 1947, fu eretta a Basilica da Pio XII il 1 Agosto 1955. Ai fianchi del portale, si trovano dieci episodi della vita di Santa Rita dal Pellini, mentre all’interno, sempre dello stesso autore, lungo le pareti, troviamo la bellissima Via Crucis in pannelli di marmo bianco. Il grande pulpito in noce, è dello scultore Monti, mentre nello spazio presbiterale, sono presenti le opere del Manzù, fra cui l’altare. E’ una Chiesa piena di luce e colore, e con un alone di misticismo. Sulla sinistra, dietro la grata di ferro battuto si vede la cappella di Santa Rita, in stile neobizantino. L’urna del 1930 contiene il corpo di Santa Rita.

La Rocca

Costruita sotto il pontificato di Paolo II sulle fondamenta di una precedente fortezza. I ruderi visibili sono restanti dalla demolizione ordinata da Papa Leone X nel 1517 e dai successivi terremoti. Questa è il simbolo della potenza della città di Cascia nel periodo altomedievale.

Le numerose Chiese

La colleggiata di Santa Maria dove, secondo la tradizione, fu battezzata Santa Rita. La Chiesa di Sant’Antonio ex-convento ora facente parte del circuito mussale Urbano di Cascia. La Chiesa di San Francesco che padroneggia la piazza principale. La Chiesa, con annesso ex convento degli Eremitani di Sant’Agostino, si trova sulla sommità del colle nei pressi della Rocca.

Palazzo Santi

Il Palazzo, sede del Museo civico, ospita nelle sale seicentesche una collezione di oggetti archeologici databili dall’ XIII sec. a.C. in poi, una preziosa raccolta di sculture e una pinacoteca. Stemmi di papi, podestà e cavalieri, disposti lungo tutto il percorso mussale testimoniano il prestigio di Cascia nel tardo Medioevo.

Cascia e Roccaporena

Roccaporena

707 s.l.m. ospita l’Opera di Santa Rita ma la caratteristica indiscussa di Roccaporena è la sua sacralità, dovuta ai numerosi luoghi legati alla vita di Santa Rita fra cui:

Lo Scoglio della preghiera

Qui S. Rita si recava giornalmente per la preghiera e sul quale in cima è ancora oggi possibile vedere le impronte delle ginocchia di Rita;

L’Orto del Miracolo

in cui la tradizione vuole che nel Gennaio 1447, fra la neve e il gelo, sbocciasse una rosa e maturassero due fichi.

Il Santuario

La Grotta d’oro

dove secondo antiche leggende vi risiedeva la ninfa Porrina.

Il Lazzaretto

in cui al tempo della Santa venivano ricoverati per tre giorni i forestieri di passaggio.

La Chiesa di San Montano

dove sono sepolti Paolo Mancini (marito di Santa Rita), Gian Giacomo e Paolo Maria (figli di Santa Rita).

La Casa Natale e La Casa Maritale

dove è possibile trovare opere del Micheletti e del Giordano.

nei dintorni

Cosa visitare partendo da Cascia

Tra i luoghi più suggestivi e i piccoli borghi ricchi di magia e storia degni di essere visitati e facilmente raggiungibili da Cascia ci sono sicuramente:

Norcia (18 km)

è la cittadina più vicina a Cascia facilmente raggiungibile anche in bike. Qui si potranno visitare i luoghi di San Benedetto e la natura che la circonda assaggiando sicuramente i prodotti della norcineria locale ed il tartufo;

Cerreto di Spoleto (25 km)

dove sorge il bellissimo Castello risalente al periodo medievale;

Vallo di Nera (35 km)

inserito all’interno della classifica dei Borghi più belli d’Italia, denominato la terra dei racconti;

Castel San Felice (36 km)

un piccolo borgo nel comune di Sant’Anatolia di Narco. Qui la legenda racconta che in una grotta, oltre il ponte medievale, si nascondeva un drago, ucciso dai due Santi eremiti, ai quali in seguito fu dedicata l’Abbazia dei Santi Felice e Mauro: fredda, silenziosa e povera con qualche rimanenza di affresco ed una piccola cripta, sulla facciata vi è rappresentata la storia dei Santi eremiti;

Scheggino (40 km)

detto anche il Diamante Nero grazie al tartufo, prodotto tipico di questa zona. Passeggiare per le strette vie del borgo sarà come ritrovarsi catapultati in un’altra epoca. Potrete gustarvi la visuale dell’antica Torre del Nera e visitare la chiesa di San Nicola, rimarrete entusiasti nel vedere le targhe con i nomi degli abitanti ai portoni e i colorati numeri civici in maiolica;

Forche Canapine (40 km)

con la sua stazione sciistica;

Castelluccio di Norcia (48 km)

immerso nei mille colori della sua fioritura del piano.

Spoleto (48 km), patrimonio Unesco

Qui è possibile visitare la Rocca Albornoziana, il Ponte delle Torri, la fantastica Piazza del Duomo e, salendo in alto, perfino intravedere in lontananza Assisi;

Rasiglia (48 km)

nata lungo le rive di un fiume e rinominata “la piccola Venezia” offre una visuale fatata;

Bevagna (70 km) e Montefalco(62 km)

famose per le loro attività enogastronomiche;

Spello (72 km)

il cui detto “Spellu: più lu guardi e più è bellu” fa capire già tutto. I suoi vicoli fioriti vi incanteranno.

Assisi (83 km)

Patria di San Francesco vi farà passare una giornata immersi totalmente nella spiritualità.

Ogni momento e ogni stagione sarà buona per venire in Umbria e visitare i luoghi più belli di questa parte d’Italia.

La vicinanza degli abitanti del luogo e la loro affinità con la natura ha favorito la nascita di prodotti della terra e della gastronomia di alta qualità come la roveja di Civita, il Tartufo Nero di Norcia, lo Zafferano purissimo di Cascia, il Farro DOP di Monteleone, la Lenticchia di Castelluccio, il Prosciutto IGP, il Sagrantino di Montefalco e molti altri.

Trekking

Per gli amanti del trekking

Molte sono le proposte e i sentieri per chi ha voglia di scoprire ed esplorare camminando tra il verde.

Percorso 1

Tra Cascia e Roccaporena

Seguendo la strada che da Cascia porta a Roccaporena troviamo un sentiero medievale ricco di spiritualità e tranquillità, rinominato il sentiero di Santa Rita, collega Cascia a Roccaporena. In alcuni tratti, senza ringhiera, il sentiero si restringe in maniera considerevole, si raccomanda di prestare attenzione. Si parte dalla Chiesa di Santa Maria della Visitazione, che si trova in fondo a Piazza Garibaldi, si prende a sinistra in salita Via del Pago. Superata la sede dell’illustre Confraternita della Buona Morte, si segue sempre Via del Pago, dall’andamento a serpentina. Si prosegue in discesa fino all’altezza del segnale turistico “Santa Rita” si gira a sinistra e si salgono le comode scalette, al termine delle quali prendendo verso destra, in direzione opposta a Cascia, si raggiunge Roccaporena. All’altezza di un trivio si prende la via di mezzo che prosegue in piano. Sulla destra svetta la Torre di Collegiacone, paese natale del marito di Santa Rita. Giunti al ponte in legno lo si attraversa e si raggiunge la strada asfaltata ss320d. Da qui si prosegue verso sinistra su asfalto, e dopo la galleria, si giunge ai piedi dello Scoglio Sacro. A Roccaporena, paese natale di Rita, si possono visitare i luoghi dove la Santa visse prima di entrare in monastero: la casa natale, la casa maritale, il lazzaretto, la Chiesa di San Montano. Si consiglia una visita anche al Santuario ed all’Istituto S. Rita che accoglie giovani da tutto il mondo. Dopo l’ascensione allo Scoglio, si può decidere se tornare con i mezzi pubblici, oppure percorrendo a ritroso il sentiero.

Percorso 2

Salita sul monte Frenfaro

Antica sede del Castello dei Frenfanelli, offre una visuale e un paesaggio mozzafiato sulla vallata di Cascia.
La forte pendenza iniziale richiede attenzione. Lasciata l’auto all’ingresso del paese di Fogliano, ai piedi di un grosso muro in cemento, si prosegue a destra in salita. Al bivio si mantiene la destra e si supera una struttura ricettiva. Imboccata la strada sterrata si giunge ad un’edicola votiva, da qui si sale a sinistra e si prosegue fino ad nuovo bivio e si gira a destra in salita. Si prosegue dritto su di una ripida salita per ca. 1,5 km. Terminata la salita, si gira a destra su un’ampia sterrata. Dopo ca. 120 m, giunti sulla curva, la strada prosegue a sinistra, ma il nostro percorso devia a destra fino a raggiungere un campo, da qui si prosegue a sinistra e tramite un percorso a serpentina in salita si raggiunge la vetta di Monte Frenfano. Si ripercorre in discesa la via utilizzata per salire, e tornati alla biforcazione si prosegue a destra. Raggiunto un trivio si prende a sinistra in falsopiano, evitando la strada in discesa. Dopo ca. 500 m si giunge a Forca Colonnetta. Da qui, superata la fonte, si gira a sinistra in discesa. Al quadrivio si prosegue dritto, e dopo ca. 500 m, si volta a destra su di una strada lungo un campo, a sinistra una croce. Dopo ca. 2 km, si oltrepassa un casale diruto, si prosegue sulla destra. Dopo ca. 500 m. al bivio si gira a sinistra su un percorso tra querce. Attraversata la strada asfaltata, s’imbocca il sentiero, che dopo poco sale a sinistra per Puro. Raggiunto il paese, si prende verso la chiesa e s’imbocca la strada alla sua sinistra, che ci riporta sulla strada asfaltata per Fogliano.

Percorso 3

Il vecchio sentiero da Logna a San Giorgio

Un percorso alla scoperta del passato con boschi stupendi, richiami storici e artistici che lasciano stupiti.
Da Logna si lascia sulla destra la Chiesa di San Giovenale si prosegue mantenendosi a destra sulla strada in discesa. All’altezza di una croce campestre si volta a destra. Si procede dritto per poi, attraversata la strada asfaltata, imboccare una carrareccia, segnalata dall’indicazione per un agriturismo. Oltrepassato il casale, si sale adagio protetti dall’ombra delle querce. All’altezza del bivio si prende a destra e si continua a salire, mantendosi a sinistra lungo il percorso per raggiungere una zona di capannoni ad uso agricolo. Si cammina attraversando un gruppetto di case e si prosegue fino ad imboccare la strada segnalata da un muretto di pietre, sulla sinistra. Si procede e si esce su una strada più ampia nei pressi dell’entrata del paese, qui all’altezza di uno specchio parabolico si gira a sinistra, seguendo l’indicazione per il camping. Superata la chiesa sulla destra, s’incontrano due bivi e si gira sempre a sinistra per raggiungere la torre d’avvistamento. Per riprendere il cammino si percorre a ritroso la strada già fatta e raggiunta la strada asfaltata, si volta a sinistra per entrare a San Giorgio. Alll’altezza dell’edicola votiva si volta a destra per salire alla Chiesa di San Giorgio. Dopo una sosta sotto l’arioso portico, lasciata la chiesa alle spalle, si prende la strada sulla sinistra ed all’incrocio con la strada per Avendita si volta a destra. Proseguendo il cammino s’incontrano prima una chiesa campestre e poi il cimitero, dove si volta a destra su un sentiero fortificato da splendide querce, si segue la segnaletica escursionistica. Scendendo dopo ca. 1,5 km si scorge in basso sulla destra la Chiesa campestre di Santa Lucia, che merita una visita. Ripreso il sentiero principale, si scende fino alla strada asfaltata e si volta a destra. Si prosegue fino all’incrocio, dove si volta a destra per ritornare a Logna.

Percorso 4

Alla scoperta del Tempio di San Silvestro

Un viaggio nell’archeologia e nella natura, circondati da uno dei paesaggi culturali più belli della Valnerina. Si parte dal piazzale antistante la Chiesa di San Silvestro, al di sotto della quale si osservano i resti del tempio romano del III a.c. Si prende la strada asfaltata in direzione della sp 474, raggiunto l’incrocio si gira a destra, in direzione di Leonessa, e si procede su asfalto. Dopo ca. 400 m., lasciando la sp 474, si gira a destra su di un sentiero tra le querce, e si prosegue dritto. Oltrepassato il cimitero, sulla destra, per ca. 600 m si continua dritto lungo la traccia evidente. Si prosegue senza mai deviare fino alla strada asfaltata e si prende la carrareccia difronte. Giungendo al bivio, segnalato dalla presenza di una fonte, si gira a destra e si prosegue per ca. 700 m fino a raggiungere un incrocio, sulla sinistra si vede un riparo per attrezzi, e si gira a destra in direzione di Carnacile. Superato il fosso, si costeggia un muretto, per poi salire. Usciti su di una curva si prosegue a destra, prima in falsopiano e poi in discesa per ca. 1 km. Nell’ultimo tratto si inizia a salire in direzione di un’elegante villetta liberty, che rimane sulla sinistra. Raggiunta la piazzetta di Buda, si prosegue dritto in leggera salita verso il centro abitato. Giunti ad un incrocio, dove difronte si vede un orticello con un pergolato, si gira a destra in discesa. Superata la fonte sulla destra, si prosegue in falsopiano sulla sinistra. Si prosegue per ca. 1,3 km protetti dall’ombra delle querce secolari. Al bivio si prende a sinistra verso Villa San Silvestro. In prossimità del paese si supera una fonte sulla sinistra e, giunti difronte ad un muretto in pietra, si gira a destra. Si attraversa il paese di Villa San Silvestro e si ritorna alla partenza.

Percorso 5

Ocosce e la Chiusa

Camminando sui luoghi dove abitarono le prime popolazioni italiche, per scoprire uno dei panorami più belli e meno conosciuti su Roccaporena, paese natale di Santa Rita. Si parte dalla porta d’accesso al paese, e da qui si prende la strada asfaltata in discesa e si raggiunge l’edicola votiva orologi replica posta al margine della strada asfaltata. Dopo aver oltrepassato l’edicola, sulla destra, dopo pochi metri si gira a destra imboccando un sentiero ombreggiato dalle querce. Superato un breve tratto in cui il sentiero si restringe e si prosegue su traccia ben evidente fino a raggiungere l’area abitata denominata “la Chiusa”, qui possiamo trovare un cippo di calcare contenente una dedica a Marte proveniente dalla chiesa di San Pietro. Giunti sulla curva, prima dei casali, si prende la strada a sinistra in discesa per tornare sulla strada asfaltata. Raggiunta la ss 471 si gira a destra e si prosegue per ca. 1,4 km fino a giungere ad una deviazione sulla destra, indicata dalla presenza sul muro del segnale escursionistico (bandiera bianca e rossa), s’imbocca la strada sterrata e si prosegue attraversando il piano, ricco di testimonianze archeologiche. Dopo meno di 1 km si sale leggermente, e giunti al bivio, indicato dal segnale escursionistico, se si gira a sinistra si raggiunge il Casale Castellano e si può godere di una vista impareggiabile su Roccaporena, mentre al bivio il nostro percorso procede dritto, tenendo leggermente a destra, per ritornare ad Ocosce. Dopo aver attraversato un paesaggio agrario di grandissimo pregio estetico ed ambientale, si raggiunge l’edicola e da qui si torna alla partenza.